La paura di fallire

da | 25 Gen, 2021 | CARRIERA

Affrontala, con un piccolo test e tre strategie pratiche

La paura del fallimento un timore che provano tutti, in qualche modo; ma per qualcuno, in certi momenti della vita, diventa così intenso da paralizzare il corpo e la mente in una morsa d’ansia e bloccare qualsiasi scelta. Hanno addirittura inventato un nome specifico per questo blocco, la “Decidofobia”. Ma perchè ne soffriamo? Le ragioni possono essere molte, io ve ne propongo alcune…

Voce interna criticante

Alcune persone sono abituate a rivolgersi a se stesse con un tono eccessivo di costante rimprovero, giudizio e critica. Sono persone che pretendono troppo da se stesse, talvolta senza nemmeno rendersene conto. La loro voce interna può essere così severa e criticante che uno sbaglio sarebbe imperdonabile… porterebbe a vissuti di vergogna e disprezzo di sé talmente dolorosi, che si preferisce non rischiare. In linguaggio tecnico, questa caratteristica è chiamata autocriticismo.

Pessimismo cosmico

Un altro fattore sotteso alla paura del fallimento potrebbe essere la difficoltà ad immaginare scenari positivi. E’ una distorsione del pensiero, un errore di ragionamento conosciuto come catastrofizzazione. Chi pensa che tutto andrà bene è considerato un visionario, mentre chi pensa che tutto andrà male è considerato una persona responsabile…ma è davvero così? Poiché il futuro non lo conosce nessuno, pensare che le cose andranno male per forza è tanto irrazionale quanto pensare che andranno splendidamente bene. Lo scenario più realistico prevede invece che le cose andranno un po’ bene e un po’ male, quindi può valere la pena di provarci.

Esperienze passate

La paura del fallimento più intensa è quella che deriva dalle esperienze passate di fallimento. Ricordi intrisi di profonda sofferenza, veri e propri vissuti traumatici che il corpo non può dimenticare e che si ravvivano ogni volta, di fronte alle nuove scelte che la vita propone. La mente torna sempre lì, a quello sbaglio che non ci si può perdonare, a quella colpa che non si riesce ad espiare e che diventa un groviglio che non si riesce più a sciogliere.

Un piccolo test 

Autocriticismo, catastrofizzazione e vissuti traumatici possono essere alla base della paura di fallire. Ti riconosci? Per comprendere meglio questa parte di te, prova questo piccolo test sulla paura del fallimento. Rispondi  vero  a tutti gli elementi che generalmente ti descrivono e  falso a tutti gli elementi che generalmente non lo fanno. 

  1. Ho paura di fallire.                                      
  2. Gioco sempre sul sicuro.     
  3.   Mi sento fortunato.                             
  4. Ho paura di sentirmi soffocare davanti a un gruppo.      
  5. Mi preoccupo di fare errori.       
  6. Ho poca fiducia nel futuro.
  7. Le mie scelte sono sempre sbagliate.
  8. Ho paura della disapprovazione.                         
  9. Mi preoccupo di sembrare incompetente.        
  10. È inutile provarci, tanto poi non sono mai contento.
  11.  Temo di non farcela abbastanza bene.               
  12. Mi manca la fiducia nelle mie capacità.     
  13. Non  posso fidarmi del mio istinto.
  14.  Mi sento ansioso quando non ho certezze. 
  15. Gli altri mi valuteranno negativamente.        
  16. Vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto.

Segna a quante risposte hai risposto in modo Vero, per ciascuno dei seguenti tre gruppi: 

Autocriticismo:  risposte 4, 5, 8, 9,14,15.

Catastrofizzazione: risposte 2,6,10, 11,16.

Vissuti traumatici: 1, 3,7, 12,13.

Il gruppo con più risposte individua il fattore sottostante alla tua paura del fallimento. Infine, ecco qualche strategia per affrontare questa paura. La prima è pensata in particolare per ridurre l’autocriticismo, la seconda per la catastrofizzazione e l’ultima per i vissuti traumatici.

L’esperimento

Per mettere a tacere la voce interna criticante, pensa a te stesso come ad uno scienziato. Le tue scelte sono come esperimenti per scoprire cosa funziona, cosa non funziona e cosa funziona così così. Considera che solo di rado le cose vanno del tutto bene o del tutto male, quasi sempre si verifica una via di mezzo. Procedere per prove ed errori, quindi, è l’unico modo che abbiamo per trovare questa via di mezzo ed avvicinarci sempre più alla meta. Questo significa che il fallimento non solo è inevitabile, ma è addirittura prezioso: la parte fondamentale di un processo di auto-miglioramento che continua per tutta la vita.

Gli occhiali rosa

Durante la giornata, prova a segnare tutte le previsioni negative che fai a riguardo all’esito delle tue possibili scelte, dalle più banali a quelle più importanti. Nota che emozioni suscitano, in te, queste previsioni negative. E’ come guardare il mondo dietro a pesanti lenti grigie. Pensare che andrà tutto male è irrealistico tanto quanto pensare che andrà tutto bene…quindi, accanto ad ogni previsione negativa, sforzati di  aggiungere anche una previsione completamente positiva. Indossa gli occhiali rosa…come ti senti? E’ verosimile pensare che, almeno per qualcuna delle tue scelte, la verità stia nel mezzo e che valga la pena di provarci?

Gentilezza amorevole

Scegli un posto tranquillo della casa, dove poter dedicare qualche minuto a te, senza distrazioni e senza essere disturbato. Trova una posizione comoda, nella quale sentirti a tuo agio. Chiudi gli occhi e pensa ad una persona cara da cui ti senti amato, ora o nel passato. Se non ne trovi puoi pensare ad un animale, a un personaggio famoso che ti guida e ti ispira, oppure ad un’entità spirituale. Connettiti con il suo amore e lasciati pervadere dalle sensazioni di benessere, cura e protezione che questa persona ti ispira. Pensa alle parole gentili che userebbe per parlare dei tuoi errori. Immagina i suoi gesti amorevoli per consolarti, il suo tono affettuoso per incoraggiarti. Rivolgi a te stesso le stesse parole, gli stessi gesti, lo stesso tono.

scritto da

Marzia Menotti

Marzia Menotti

Psicologa Psicoterapeuta

Amo aiutare le persone a coltivare la consapevolezza e l’amore per se stessi,  vivere nel presente e trasformare le crisi in occasioni di conoscenza di sè.

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